IL PAPA IN PIAZZA A S. ZENO

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IN DIALOGO CON I RAGAZZI E LE LORO FAMIGLIE

Papa Francesco incontra sul sagrato della basilica di San Zeno a Verona circa 7 mila giovani e risponde alle loro domande, dando loro indicazioni su come comportarsi per sentirsi bene come cristiani, a partire, appunto, dal seguire la chiamata di Gesù perché “fa sentire bene”, che è diverso da ciò che si sente “quando si fa una brutta cosa”.

Sentire la chiamata di Gesù

La strada da seguire è la stessa che presero i discepoli che “non erano perfetti, erano gente comune”, e dunque, capovolge la domanda il Papa, “io che sono una bambina, un bambino comune, come faccio io a sentire la chiamata di Gesù?”. Di qui la riflessione offerta ai ragazzi sul profondo significato del sentirsi bene, partendo dall’esempio di quanto sia bello provare l’amore della famiglia, della mamma, del papà e dei nonni, e di quanto lo sia anche fare una buona azione.

Quando Gesù parla ci fa sentire bene, continua Francesco, “ci fa sentire una gioia nel cuore”.

Essere segno di pace nel mondo

Nella seconda domanda, Francesco sente il desiderio dei bambini, di essere, come i discepoli di Gesù, “segno di pace nel mondo”.

“Dobbiamo essere un segno di pace, condividere sembra bene, ascoltare gli altri, giocare con gli altri, ma non litigare con gli altri… diciamolo insieme: Dobbiamo essere un segno di pace! Insieme…”

Controcorrente per mantenere la fede

E la tortura, come scherzando la definisce Francesco, finisce con l’ultima domanda posta dai ragazzi di terza media che stanno facendo la Festa del passaggio, un momento significativo della loro vita, che celebra il passaggio all’adolescenza, durante il quale, come chiedono gli studenti al Papa, come si può mantenere “la fede nei momenti di difficoltà e non avere paura di fare scelte controcorrente”.

Come possiamo mantenere la fede in momenti dove tutto è buio?

Sono le scelte controcorrente che ci permettono di farlo, perché servono “per non fare le brutte cose”, per “fare le cose che forse qualcun altro non lo fa”, e poi, in conclusione, è lui a rivolgere loro una richiesta

 

 

 

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